William S. Burroughs byl klíčovou postavou Beat Generation a vlivným postmoderním autorem, jehož dílo se vyznačuje politickou ostrostí a stylistickou inovací. Jeho romány, často inspirované osobními zkušenostmi s drogovou závislostí a pobyty v exilu, zkoumají temná témata a podvracejí společenské normy. Burroughs proslul svou radikální experimentací s literárními technikami, jako je střihová metoda, a jeho satirický pohled na moderní společnost mu vysloužil uznání jako jednoho z nejvýznamnějších amerických spisovatelů 20. století.
'Junk is not, like alcohol or weed, a means to increased enjoyment in life. Junk is not a kick. It is a way of life.' Burrough's cult classic is a raw, semi-autobiographical account of drug addiction, which outraged America and influenced generations of writers to come. He relates with unflinching realism the highs and lows of dependency- euphoria, hallucinations, ghostly nocturnal wanderings and strange sexual encounters. Junkyis a dark, powerful and mesmerizing account of one man's challenge to turn self-destruction into art.
Sarà probabilmente una sorpresa per molti scoprire che William Burroughs, l'efferato cantore di saghe che si svolgono in terre di mutanti e in cui l'umanità è una sopravvivenza arcaica, ha anche scritto uno dei più delicati e percettivi libretti che conosciamo sui gatti – anzi, più precisamente, sul gatto come «compagno psichico». Gatti bianchi, gatti arancioni, gatti persiani; gatti amati, gatti di strada; gatti soprannaturali come piccoli dèi del focolare; creature con un che di felino, un che di umano e un che di «ancora inimmaginabile», frutto di unioni arcane e lontanissime che l'autore si sente chiamato a rievocare e a proteggere come un benefico Guardiano: sono questi i protagonisti a cui Burroughs dà la parola. La sua voce diventa piana, pur mantenendo una vibrazione inquietante. E l'affinità immediata fra l'autore e questi esseri appare palese, ancor più di quella con altri suoi personaggi. Le storie, le osservazioni, hanno una naturalezza carica di intensità, forse perché in queste pagine Burroughs ha nascosto «un'allegoria», visitando il suo passato come una «sciarada gattesca». Il gatto in noi è uscito per la prima volta a New York nel 1986 in un'edizione a tiratura limitata e poi, sempre a New York, nel 1992.