The land of song
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L’ultimo decennio dell’Ottocento è testimone della comparsa di una generazione di compositori ai quali già i contemporanei hanno prontamente riconosciuto il merito di aver risollevato le sorti dell’opera italiana, altrimenti agonizzante. Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo e Giacomo Puccini, accomunati dall’etichetta di «Giovane Scuola» sono stati i protagonisti di quella che può essere considerata l’ultima grande stagione del teatro d’opera italiano. Attraverso una scelta di articoli apparsi sui più importanti periodici inglesi dell’epoca, questo volume ripropone i toni ed analizza i termini di un dibattito critico fino ad oggi quasi del tutto inesplorato, avvenuto in un paese tradizionalmente poco incline alla spettacolarità ad effetto tipica dell’opera italiana ma, forse proprio per questo, estremamente attento a coglierne i limiti, i difetti e, non da ultimo, le qualità. Questioni come il malcostume, il divismo, lo star system, l’influenza del modello di Richard Wagner, la dimensione mondana ed il rapporto con il pubblico, sono affrontate con disincantata lucidità, restituendo la «Terra del Belcanto» (The Land of Song) al suo reale contesto storico, nell’Europa musicale di fine secolo.