La nascita dell'ontologia nella metafisica di Rudolph Göckel
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Nel dibattito seguito al cosiddetto Ontological Turn della filosofia analitica contemporanea un posto di assoluto rilievo ha avuto, e continua ad avere, l’ipotesi di distinguere l’ambito dell’ontologia da quello della metafisica. Si tratta solo dell’ultima insorgenza di un dibattito epistemologico che ha conosciuto più riprese nel corso dei secoli, in contesti anche molto differenti tra loro. A livello strettamente terminologico, la prima distinzione dell’ontologia dalla metafisica si registra all’inizio del XVII secolo, all’interno della Schulmetaphysik riformata, in particolare calvinista. È in quell’ambito che un autore come Rudolph Göckel (lat. Goclenius) poté intestarsi una simile operazione a seguito delle istanze scaturite dall’“importazione” dei modelli metafisici dell’aristotelismo gesuita (in particolare di Benet Perera, più che di Francisco Suárez) nella Germania protestante. Erano trascorsi quasi ottant’anni dall’interdetto pronunciato da Lutero contro la metafisica e le sue pretese epistemologiche. Il “ritorno” alla metafisica tra i calvinisti coincise pertanto con la nascita dell’ontologia come scienza propriamente detta e con la distinzione di quest’ultima dalla metafisica, intesa perlopiù come teologia: nel corso delle dispute tra riformati e protestanti si affinerà un modello che dominerà il dibattito scolastico in ambito continentale sino agli anni di Kant, determinando profonde conseguenze nel modo di pensare la realtà. In der Debatte um den Ontological Turn der modernen analytischen Philosophie hat die Hypothese einer Unterscheidung zwischen den Bereichen der Ontologie und der Metaphysik stets den höchsten Rang eingenommen, was auch weiterhin der Fall ist. Es handelt sich dabei nur um das letzte Aufflammen einer erkenntnistheoretischen Debatte, die im Laufe der Jahrhunderte in sehr unterschiedlichen Kontexten viele Reprisen erlebt hat. Auf strikt terminologischer Ebene findet man die Unterscheidung zwischen Ontologie und Metaphysik zum ersten Mal am Beginn des 17. Jahrhunderts in der Schulmetaphysik der Reformierten, besonders der Calvinisten. In diesem Umfeld konnte ein Autor wie Rudolph Göckel (Goclenius) auf einer ähnlichen Operation beharren im Gefolge der Instanzen, die aus der “Einfuhr” der metaphysischen Modelle des Aristotelismus der Jesuiten (besonders Benet Perera, weniger Francisco Suárez) in das protestantische Deutschland hervorgegangen sind. Etwa 80 Jahre waren vergangen seit Luthers Interdikt gegen die Metaphysik und ihre erkenntnistheoretischen Anmaßungen. Die “Rückkehr” zur Metaphysik bei den Calvinisten fällt daher zeitlich zusammen mit der Geburt der Ontologie als strenge Wissenschaft und mit ihrer Abgrenzung von der Metaphysik, die fast immer als Theologie verstanden wird: im Verlauf der Auseinandersetzungen zwischen Reformierten und Protestanten wird sich ein Modell herausbilden, das die schulmäßige Debatte in Kontinentaleuropa bis in die Zeit Kants hinein beherrschen wird, mit tiefgreifenden Konsequenzen für die Art und Weise, die Wirklichkeit zu denken.