La lotta armata ha avuto vita così lunga in Italia per due precise ragioni, spesso considerate separatamente da osservatori e studiosi. Capire la sua storia è impossibile senza capire a fondo chi l'ha combattuta, come e con quali fini. Se da un lato il progetto rivoluzionario brigatista ha goduto nei primi anni Settanta di un certo consenso, poi estintosi col mutare delle condizioni del paese, dall'altro lato è sopravvissuto per tanti anni grazie alla "lentezza" dell'azione repressiva dei servizi di sicurezza che, come il libro documenta ampiamente, sin dal 1972 potevano debellare ogni nucleo armato. Finite le Br storiche, oggi ci si chiede: com'è possibile che poche decine di irriducibili mal organizzati, peraltro già noti da tempo ai servizi, abbiano potuto assassinare D'Antona e Biagi, lasciato senza scorta malgrado le minacce risapute? E poi, è solo un "caso" che gli omicidi più eclatanti siano coincisi con momenti delicati della vita economico-politica del paese (per ultimo quello Biagi, piovuto come una bomba sullo scontro governo-sindacato per l'articolo 18)? Se poi si considera che dai tempi di De Lorenzo a oggi i servizi sono stati coinvolti nelle vicende più oscure della nostra storia, fino ai casi di Giuliana Sgrena e Abu Omar, si può capire perché la risposta all'eversione sia materia incandescente, che continua a inquinare il presente.
Giorgio Galli Knihy





Sich heute mit Pier Polo Pasolini als politischem Denker zu beschäftigen, heißt vor allem, seine Voraussicht zu bewundern und sich diese zu vergegenwärtigen. Die größte Weitsicht zeigen die Schriften über die Jahre 1968 bis 1975; eine Zeit, in der in politischer Hinsicht ein Wandel möglich schien, der Italien massiv verändert hätte: Es wäre nicht das zerfallene und dekadente Land, das es heute ist. Pasolini hielt jenen Wandel für Wünschenswert, ohne jedoch wirklich an die Möglichkeit seiner Umsetzung zu glauben. Sein kluges und vorausschauendes Denken machte ihn skeptisch – aber keinesfalls resignativ. Es ging ihm immer auch um Lösungsansätze. 1975 wurde Pasolini umgebracht, sein politisches Denken bleibt – dessen Rekonstruktion ist auch für die Gegenwart von enormen Erkenntnisgewinn. Giorgio Galli leistet diese Rekonstruktion und Analyse – und er macht Pasolinis Ansätze fruchtbar für aktuelle Fragestellungen, führt sein Denken bis in die Gegenwart weiter.
Hitler e la cultura occulta
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Hitler e il nazismo magico
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Perché Hitler ha attaccato la Polonia con la convinzione che l'Inghilterra e la Francia non sarebbero intervenute, trasformando così una guerra, che doveva essere limitata, in un conflitto prima europeo e poi mondiale? Domanda inquietante, alla quale gli storici hanno provato a dare risposte cercando di individuare una logica in comportamenti che sembravano del tutto estranei a qualsiasi logica. Giorgio Galli, invece, accetta la possibilità che Hitler e il nazismo avessero una logica e una cultura proprie e in questo libro dimostra come alcune radici culturali del nazismo affondino in quegli antichi mondi di conoscenza che erano stati sconfitti, ma non cancellati, dal pensiero scientifico del Cinquecento e del Seicento e dall'Illuminismo.