Knihobot

Lidia Beccaria Rolfi

    8. duben 1925 – 17. leden 1996
    Zurückkehren als Fremde
    Als Italienerin in Ravensbrück
    L' esile filo della memoria
    Il futuro spezzato
    Le donne di Ravensbrück
    • A Ravensbrück, campo di concentramento destinato, almeno ufficialmente, alla rieducazione delle prigioniere (testimoni di Geova, zingare, antinaziste divari Paesi) e progressivamente divenuto campo di sterminio, morirono circa novantaduemila donne. Lidia Beccaria Rolfi (sopravvissuta al campo) e Anna Maria Bruzzone hanno raccolto le testimonianze di alcune prigioniere e le hanno proposte in questo libro.

      Le donne di Ravensbrück
    • Non credo che esistano oggi, in nessun luogo del mondo, impianti per la strage di massa come quelli nazisti, né lucidi piani di genocidio immediato e differito quali sono descritti in questo terribile libro: ma i bambini continuano a soffrire ed a morire sulla scala dei milioni, di fame, di malattia, o intrappolati nelle maglie di guerre incomprensibili e feroci. Finché questo avviene, pagine come queste dovranno essere lette, anche se la loro lettura non avvenga senza angoscia: sono nutrimento vitale per chi si proponga di vegliare sulla coscienza e sull'avvenire del mondo. Primo Levi

      Il futuro spezzato
    • Un romanzo. Una testimonianza. Una storia privata. Un momento cruciale del destino e della memoria collettiva di una generazione. Una voce da salvare: la guerra e la pace raccontate da una donna.Ravensbrück, 1945: Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica, liberata dagli Alleati, inizia la lunga marcia verso l'Italia. Russi, americani, donne e bambini, prigionieri nazisti, malati e moribondi: tutti insieme incontro a una pace ancora da inventare.I primi anni di libertà. L'Italia fascista del postfascismo: anni di speranza e delusione, ingiustizie e discriminazioni, persino tra i familiari, gli amici, gli ex compagni. Il Lager è una colpa che non si può cancellare.

      L' esile filo della memoria
    • Als Italienerin in Ravensbrück

      Politische Gefangene berichten über ihre Deportation und ihre Haft im Frauen-Konzentrationslager

      Die fünf Autorinnen gehörten dem Widerstand gegen das faschistische Regime und die deutsche Besatzungsmacht in Italien an. Nach ihrer Verhaftung 1944 wurden sie, ebenso wie über 1000 weitere Italienerinnen, nach Ravensbrück deportiert. Sie schildern die letzte Phase des Lagers aus der Perspektive von isolierten und diskriminierten Häftlingen, die sich selbst zum Subproletariat der „Häftlingsgesellschaft“ zählten. Nach Jahren des Schweigens reagierten sie mit der Veröffentlichung ihrer Erinnerungen auf zutiefst demütigende Darstellungen der Haftbedingungen von Frauen im KZ. Lidia Beccaria Rolfi verbindet ihr autobiografisches Zeugnis mit einer historisch-soziologischen Analyse des Lagers: Sie wurde in Italien zur Chronistin Ravensbrücks. In drei weiteren Zeitzeugenberichten wird die Vielfalt der Herkunftsmilieus, der Haftgründe und der Deportationswege italienischer Gefangener vermittelt.

      Als Italienerin in Ravensbrück
    • Zurückkehren als Fremde

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      Lidia Beccaria Rolfi (1925–1996), deportiert wegen ihrer Beteiligung an der Resistenza, verlässt mit Tausenden Häftlingen am 27. April 1945 das Frauen-Konzentrationslager Ravensbrück. Eine Monate dauernde Rückkehr nach Italien beginnt. Zunächst noch als Gefangene der Nazis, dann als Displaced Person, erlebt sie die wiedergewonnene Freiheit in den Sammellagern der Alliierten. Nüchtern und aus erzwungener Distanz beurteilt sie die Reaktionen ihrer Mitbürger auf die heimkehrenden KZ-Häftlinge. Eine selbstbewusste und politisch engagierte Frau schildert die Konfrontation mit den Zumutungen und Bewältigungsstrategien der italienischen Nachkriegsgesellschaft, in der sie eine Fremde ist und als unbequeme Zeugin behandelt wird. Als Lehrerin, Autorin und kritische Zeitgenossin versucht sie, die Erfahrungen der Deportation und Lagerhaft vor dem Vergessen, aber auch vor verfälschenden Umdeutungen zu bewahren.

      Zurückkehren als Fremde