In a village in the Auvergne, Alphonse Courrier set up shop as an ironmonger
and prospered sufficiently to maintain a mistress, Adele, and a wife, Agnes.
All goes like clockwork until Alphonse's friend, the local vet, finds himself
attracted to Agnes, who is sufficiently bored to reciprocate.
Nel monastero di Santa Radegonda, nella Milano del 1736, vive una ragazza dallo straordinario talento musicale. Il suo nome è Paola Pietra, una giovane contessa in clausura per imposizione dell’illustre famiglia. La voce di contralto, scura e potente, è la sua unica ragione di vita; ma la passione per la musica rappresenta una minaccia per la badessa del convento. Oltre la grata, nel corso delle messe cantate, un diplomatico inglese in missione presso l’arciduca d’Austria nota la sua voce e non la dimentica. Nasce così, da una suggestione del canto, da profumi e immagini rubati, l’amore proibito tra la novizia e sir John Breval, alla quale farà seguito la fuga dal convento e un lungo viaggio in terre straniere e in un mare pieno di insidie... Romanzo d’amore, romanzo d’avventura, romanzo storico (e Marta Morazzoni, come scrive Pietro Citati, «possiede il dono naturale di una narratrice storica»), La nota segreta si dipana tra intrighi diplomatici e colpi di scena. Al centro, un personaggio femminile di sorprendente attualità, che rivendica il proprio diritto a vivere e amare contro ogni imposizione.
Cinque racconti immersi nella storia e tuttavia singolarmente sottratti al tempo. Cinque epoche diverse che fanno da sfondo a vicende attinte al reale ma "falsificate" dalla fantasia. Cinque storie legate da un filo sottilissimo, un filo di crudeltà. Crudeltà di Costanza che infierisce sul marito, già presago di una fine imminente, accusandolo di essere vecchio. Crudeltà di Lorenzo da Ponte che sfoga su un malcapitato mendico la rabbia delle proprie sconfitte. Crudeltà del mercante olandese che non presta ascolto alle ansie della moglie incinta. Crudeltà del nobile spagnolo che dà alle fiamme le pagine in cui Carlo V ha riversato la storia della propria vita. Crudeltà infine di una famiglia viennese che isola il padre colpito da paralisi.
Nel febbraio del 1932 la marchesa Luisa Casati Stampa, la donna più ricca d’Europa, riceve nella sua residenza fuori Parigi il suo legale, l’avvocato milanese Giuseppe Bassi, che viene ad annunciarle il tracollo della sua fortuna. L’immenso patrimonio della signora è confiscato e nel giro di pochi mesi, otto per la precisione, lei «non avrà una pietra su cui posare il capo», come drammaticamente comunicato dall’amministratore. Si snoda da qui l’itinerario tra immediato futuro e passato della personalità eccentrica della marchesa, che aveva speso la propria esistenza per divenire «un’opera d’arte vivente». Ritratta sull’orlo del baratro della miseria, con cui convivrà per venticinque anni (morirà poverissima e sola a Londra nel 1957), la Casati ripercorre la sua avventura umana in lampi di memoria. Le sta accanto, personaggio ombra nel ricordo e nell’affetto (forse l’unico della sua singolare vicenda), la sarta che, fin da principio, ne ha assecondato l’adorazione per la ricercatezza e lo stile, l’assoluta originalità del tutto indipendente da qualsiasi moda. Un controcanto di normalità per una vita eccezionale di eccessi e di cadute, la costruzione ardita di un gioco di specchi tra verità e affascinante interpretazione.